Josto Manca, “randagio” di lusso

La fotografia come narrazione
Un’immagine dello storico fotoreporter dell’Unione Sarda che ha immobilizzato volti, ambienti, sofferenze, tragedie e serenità. di MAURO MANUNZA

 Josto Manca, randagio di lusso. Innamorato della macchina fotografica, padrone del mestiere, rapido osservatore, determinato fino alla cocciutaggine, coraggioso, incurante delle situazioni e condizioni – spesso drammatiche e proibitive – nelle quali si tuffava a operare: a un uomo così bastò poco per impadronirsi del titolo che fin dagli albori dello scatto estemporaneo veniva attribuito ai fotografi “di strada”: appunto “randagio”.

Quando approdò all’Unione Sarda, sapeva di dover conquistare l’eredità francamente pesante che Aldo Pizzi gli avrebbe lasciato a breve scadenza e che in tempi abbastanza brevi infatti gli consegnò. Pizzi era fotoreporter di razza, “il” cronista dell’immagine che trent’anni fa si pensava non potesse essere mai degnamente sostituito. Però, mai dire mai: talvolta gli allievi si affiancano ai maestri, e a un certo punto ci trovammo a dire che nessuno avrebbe potuto sostituire Josto (poi arrivò Max Solinas e, quando anche lui andrà in pensione, si registrerà un nuovo momento di panico).

Correndo dappertutto a fermare la notizia, cronista armato di obiettivo, Josto ha vissuto da protagonista l’epopea esaltante del fotoreportage che molti considerano superata, da mettere in archivio assieme alle immagini che hanno documentato la storia sui giornali in bianco e nero e poi a colori. Ha fissato la quotidianità che ci passava davanti agli occhi tanto rapidamente e convulsamente da rendere difficile la metabolizzazione (perfino la comprensione) dei fatti. Ha immobilizzato volti, ambienti, sofferenze e gioie, tragedie e serenità, avvenimenti belli e accadimenti brutti. Ed è entrato nell’albo d’oro dei big fotoreporters, imprimendo il suo nome accanto a quelli di Uliano Lucas, Ugo Mulas, Franco Pinna, Giuseppe Pino, e Moroldo, Patellani, Bavarolo, Secchiaroli, Scianna, Dondero, Berengo Gardin, Scianna, Pallottelli…

Randagio di nobile razza, sempre attento, sempre allegro, di battuta facile e pronta come un click. Felice anche in camera oscura, allegro e generoso (quanto generoso non tutti lo sanno) con i colleghi, i compagni di lavoro, gli amici e gli sconosciuti. Giustamente, dopo decenni di scatti da archiviare, ora Josto Manca ci regala un mese di opere da mostrare.

MAURO MANUNZA

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